martedì 17 giugno 2014

Un divorzio tardivo

A. B. Yehoshua
Einaudi Tascabili 1998

Traduzione Gaio Shiloni

«Yehoshua possiede un'immensa ricchezza di sensazioni. Ogni senso parla: la vista, l'udito, il gusto, il tatto: forse soprattutto l'odorato, che riempie di profumi l'esistenza dei corpi e delle anime. Questi sensi cosí vivi e prensili gli permettono di raccontare con affetto inesausto la vita delle famiglie...» Pietro Citati .

Nel corso di nove dense giornate si consuma l'estremo soggiorno in patria di Yehudà Kaminka, fuggito da Israele per rifarsi una vita in America e ritornato per sciogliere ogni legame con Na'omi, sua moglie. Nove giorni culminanti nella Pasqua (in ebraico «passaggio») che diventa lo spartiacque tra ciò che è stato, e non potrà mai più tornare, e ciò che sarà. Ancora una volta Yehoshua disegna con lucidità e poesia la crisi di una famiglia come metafora dell'identità ebraica, divisa tra diaspora e costruzione di uno stato nazionale. E racconta ciò che nessuna ragione o progetto politico potrà mai spiegare: la vicenda semplice e banale di un uomo e di una donna che si amano, vivono una vita insieme, arrivano ad odiarsi, a impazzire d'amore e di odio, e non riescono a scindere il legame che li unisce se non a prezzo della vita.

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