Mauro Corona
Oscar Monadadori 2008
Erto. Un paese abbandonato, silenzioso, fermato in un'istantanea il 9 ottobre
1963, quando il fianco del monte Toc precipitò nell'invaso del Vajont. Eppure
quelle case, quelle cucine, quelle stalle, di cui restano solo i muri insidiati
dall'abbraccio delle edere e delle ortiche, sono ancora abitate. È una
popolazione di fantasmi che Mauro Corona suscita ripercorrendo porta a porta,
casa per casa, le quattro strade deserte che un tempo risuonavano di voci, del
rumore degli strumenti di lavoro, della vita di ogni giorno. Una tazza, una
falce, una gerla, un secchio da mungitura, una bottiglia lasciata a metà di quel
vino che dava forza e smemoratezza, ogni oggetto richiama in vita, nella memoria
dell'autore, un personaggio, un fatto buffo o tragico, una leggenda, una storia
d'amore o di terrore. Ne nasce un racconto commovente ed esaltante che si snoda
lungo l'arco delle quattro stagioni mentre uomini, animali, piante e cose,
ognuno riaccende la propria scintilla di vita.
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