John Williams
Fazi Editore 2012
Traduzione di Stefano Tummolini
Romanzo
William Stoner ha una vita che sembra essere assai piatta e desolata. Non si
allontana mai per più di centocinquanta chilometri da Booneville, il piccolo
paese rurale in cui è nato, mantiene lo stesso lavoro per tutta la vita, per
quasi quarantanni è infelicemente sposato alla stessa donna, ha sporadici
contatti con l'amata figlia e per i suoi genitori è un estraneo, per sua
ammissione ha soltanto due amici, uno dei quali morto in gioventù. Non sembra
materia troppo promettente per un romanzo e tuttavia, in qualche modo, quasi
miracoloso, John Williams fa della vita di William Stoner una storia
appassionante, profonda e straziante. Come riesce l'autore in questo miracolo
letterario? A oggi ho letto Stoner tre volte e non sono del tutto certo di
averne colto il segreto, ma alcuni aspetti del libro mi sono apparsi chiari. E
la verità è che si possono scrivere dei pessimi romanzi su delle vite
emozionanti e che la vita più silenziosa, se esaminata con affetto, compassione
e grande cura, può fruttare una straordinaria messe letteraria. È il caso che
abbiamo davanti. (Postfazione all'edizione italiana di Peter Cameron)
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