Flavio Giuseppe
Oscar Classici Mondadori 1991
a cura di Giovanni Vitucci
Flavio Giuseppe, nato nel 37 d.C. da una famiglia di grandi sacerdoti ebrei,
dopo essere stato per qualche tempo a capo della resistenza del suo popolo
contro i romani, caduto prigioniero e convintosi che la Provvidenza avesse ormai
scelto irreversibilmente l'impero di Roma, divenne uno dei sostenitori della
politica di Vespasiano e di Tito. Nella Guerra giudaica, ambientata nello stesso
paesaggio di città, campagne e deserti dove pochi anni prima aveva predicato
Gesù Cristo, egli descrive appunto, in un crescendo drammatico di battaglie,
assedi e suicidi di massa, il disperato tentativo del popolo ebraico di
sottrarsi al dominio romano e l'esito disastroso della ribellione, culminata
nell'incendio del Tempio di Gerusalemme. L'opera, che resta tra le più
importanti della storiografia antica, ha un duplice pregio: di portare alla luce
gli scontri dinastici, gli usi e le concezioni ideali delle diverse sette
politico-religiose all'interno del popolo ebraico, e insieme di affrontare uno
dei problemi fondamentali dell'antichità, quello dei rapporti politici,
culturali, religiosi tra "centro" e "periferia" dell'impero romano.
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